Negli anni ’80 c’era un gelato particolare: veniva servito dentro una pipa di plastica colorata.
Non ricordo la marca, ma ricordo perfettamente la sensazione.
E soprattutto, ricordo cosa succedeva dopo.
Una volta finito il gelato, quella pipa diventava il mio oggetto magico.
Io, appassionata dei fumetti di Braccio di Ferro, la stringevo tra le mani e mi sentivo come lui:
forte, buffa, pronta all’avventura.
Nel mio ripostiglio, insieme a Bongo, il mio compagno di giochi,
inventavamo storie ispirate ai fumetti. Pisellino, Olivia, Braccio di Ferro…
tutti prendevano vita tra le scatole, le scarpe e la luce che filtrava dalla finestrella.
La pipa gelato non era solo un contenitore.
Era un portale.
Un piccolo oggetto che mi faceva viaggiare tra sogni e fumetti, tra cucchiaini e risate.
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