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giovedì 21 agosto 2025

Pisellino, la poltrona e il gelato spaziale

Da bambina avevo una passione: i giornaletti di Braccio di Ferro. 
Li leggevo e rileggevo fino a consumarne le pagine, 
seduta nella mia poltrona di velluto con la trama a quadratini. 


Quella poltrona aveva un potere strano: se la fissavi troppo a lungo, ti faceva girare gli occhi. 
La vista si sdoppiava, come davanti a uno stereogramma, e la trama sembrava sollevarsi in rilievo. 
A volte, mentre leggevo, mi mettevo a testa in giù sulla poltrona, con le gambe rivolte verso lo schienale. Era il mio modo di ribaltare il mondo, di farlo diventare più strano, più divertente. 
La trama a quadratini del velluto sembrava ancora più ipnotica da quella posizione, 
e i sogni diventavano più vicini. 
Forse è anche per questo che quella notte sognai di essere Pisellino: 
avevo già fatto il primo passo verso lo spazio, capovolgendo la realtà. 
Ma non era la poltrona il vero protagonista.  



Era Pisellino, il nipotino di Braccio di Ferro e Olivia. 
Ricordo una storia in particolare; non so più quale fosse il titolo, dove Pisellino si smarriva   
e finiva dentro un disco volante. I comandi della navicella erano speciali: 
non servivano per pilotare, ma per distribuire gelati. 
E non gelati qualunque… gusti infiniti! 
Fragola, cioccolato, pistacchio, menta, liquirizia, cocco, caramello salato… 
ogni pulsante era una delizia.

Quella sera, dopo aver letto per l’ennesima volta quella storia, 
mi addormentai con il giornaletto ancora tra le mani. E sognai. 
Sognai di essere al posto di Pisellino, a bordo di quella astronave. 
I comandi erano davanti a me, e io non sapevo da dove cominciare. 
Assaggiavo tutto, ridevo, mi perdevo tra i gusti. Era il sogno perfetto.

Poi, la sveglia. Mamma mi chiamava: “Su, è ora di andare a scuola!” 
E io avrei voluto restare ancora un po’… solo per assaporare altri gusti... 
Magari il gelato di pollo e patatine fritte, oppure il gelato di hamburger di Poldo.