Gelato, codine e carezze dopo l’operazione
Dopo l’operazione alle tonsille ero diventata molto magra. Non volevo mangiare. L’inappetenza era legata anche alla noia, alla monotonia. Mi sentivo svuotata. Avevo le codine, anche se i capelli erano ancora corti. Mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo.
Quel giorno andai a casa della zia Rita, la sorella di papà. Lei era sempre gentile con me. Non sapeva cosa offrirmi prima. Mi guardava con quegli occhi pieni di premura, come se volesse riempire quel vuoto che avevo dentro.
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Un momento di dolcezza che ha fatto tornare la voglia di sorridere. |
Sapeva che mi piaceva il gelato al cioccolato. Così mi preparò una brioscina con gelato al gusto cacao, vaniglia e con tanta panna. La mise su un piattino, con un cucchiaino piccolo, e mi disse: “Mangia piano, tesoro. È tutto per te.”
Gli zii avevano un cane grande, che somigliava a Lessie, il cane protagonista di un noto telefilm degli anni ’80. Era buono, silenzioso, e mi guardava mentre mangiavo, come se capisse che quel momento era speciale.
Quella brioscina fu il primo vero sapore dopo giorni di nulla. E in quel gesto, in quella merenda, c’era tutto l’amore che serviva per ricominciare.
Le piccole attenzioni hanno un potere immenso. Non servono gesti grandiosi per far sentire qualcuno amato: basta una merenda preparata con cura, una frase gentile, una presenza silenziosa. E negli anni ’80, quando i pomeriggi erano scanditi dai telefilm come “Lessie” o “La casa nella prateria”, quei gesti avevano un sapore ancora più autentico. Oggi, ricordarli è come riassaporare un cucchiaino di gelato al cacao: dolce, profondo, e pieno di memoria.
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