giovedì 25 settembre 2025

Sabato pomeriggio le impronte nere sul muro e la lezione imparata

 Le impronte nere sul muro e la lezione imparata

Avevo cinque o sei anni quando vidi in TV il film La baronessa di Carini. Quella scena in cui la baronessa, uccisa dal marito geloso, lasciava l’impronta della mano sul muro mi rimase impressa come un marchio. Non riuscivo a togliermela dalla testa.

Un pomeriggio, mentre giocavo con Bongo nel ripostiglio, mi venne un’idea. Lì c’era l’armadietto delle scarpe di tutta la famiglia. Papà teneva dentro la pomata nera per lucidarle, la spazzola e i ritagli di stoffa. Io aprii quel contenitore come se fosse un tesoro proibito. Presi la spazzola, intinsi le mani nel lucido e me le sporcai tutte. Ricordo ancora l’odore forte, pungente.


Poi, con la serietà di un’attrice, andai nel corridoio e cominciai a lasciare impronte di mani sul muro, una dopo l’altra, dal ripostiglio fino al salotto. Mi sembrava di rivivere la scena del film. Io ero la baronessa, e quelle erano le mie tracce indelebili.

Mamma non si accorse di nulla. Ma quando papà tornò dal lavoro, vide subito il disastro: il ripostiglio in disordine, la pomata aperta, la spazzola a terra. Poi alzò lo sguardo e trovò le impronte nere sul muro. Non potevano essere di nessun altro se non mie.

Il suo volto cambiò colore. Mi sgridarono, e presi anche qualche schiaffo sulle mani e sul sederino. Io piansi, chiesi scusa, e capii che avevo esagerato. Papà dovette ridipingere tutto il corridoio.

Quel giorno imparai che i giochi hanno un limite, e che non tutto ciò che colpisce la fantasia può essere ripetuto nella realtà. Ma imparai anche che la mia immaginazione era più forte di me: bastava un film, un orsetto e un barattolo di lucido per trasformare un pomeriggio qualunque in una scena indimenticabile.

Tutti da bambini abbiamo combinato qualche marachella. A volte ci è costata una sgridata, altre volte una risata. Ma ogni piccolo disastro è diventato un ricordo che oggi ci fa sorridere. E voi? Qual è stata la vostra “impronta sul muro” che ancora ricordate?

Nessun commento:

Posta un commento

Racconti

Ah la sigla di Happy Days! (1) Ancora mamma… e poi Bim Bum Bam (1) Cartapesta stoffe e fantasia: l’oratorio di mia sorella (1) Chi sono (1) Ci volevo ci volevo! Quando le parole pungono più del pepe (1) Crescere è anche imparare a dire no con dolcezza. (1) Finta spiaggia al terzo piano (1) Fischi gelsomini e capelli d’angelo (1) Happy Days e minestrina (1) Il caschetto perfetto e Winnetou sul plaid scozzese (1) Il cinema segreto (1) Il gioco negato (1) Il mio baule dei tesori… profumava di detersivo (1) Il mio fratello radioamatore (1) Il mio primo pesce e il brodino più buono del mondo (1) Il mio rifugio segreto (1) Il profumo del mughetto e i sogni cuciti a mano (1) Il vestitino cucito da mamma (1) Io e mia cugina (1) La Pantera Rosa Bongo e il Postalmarket di mamma (1) La bambina che non doveva nascere (1) La casa al terzo piano (1) La figlia di marzo (1) La frase che non doveva arrivare (1) La giara che non era per me (1) La giara che non era per me: L'ingresso della memoria (1) La memoria non è polvere è radice (1) La pipa gelato e il mio Braccio di Ferro (1) La stanza di mio fratello (1) Le spirali nel cielo (1) Lettera a Elena (1) Lettera a mio padre (1) Mani di carta e fantasmi immaginari: il ricordo di una bambina sensibile (1) Nel silenzio io (1) Papà (1) Pesci di carta e sogni fritti (1) Pisellino la poltrona e il gelato spaziale (1) Post per i social (1) Sabato pomeriggio le impronte nere sul muro e la lezione imparata (1) Siamo tante storie a colori (1) Sotto il letto di mio fratello (1) Un giorno diverso (1) i gamberetti sotto sale e un piccolo trucco d’amore (1)