mercoledì 24 settembre 2025

La regina di carta

 Il mio Carnevale all’asilo, senza maschera ma con tanta fantasia

Non sempre servono costumi scintillanti per sentirsi parte della festa. A volte bastano un grembiulino bianco, un fiocco azzurro e una corona di carta fatta con amore. In questo racconto vi porto in un giorno di Carnevale all’asilo, dove l’assenza di un costume diventa occasione per scoprire il potere della creatività e delle piccole attenzioni. 

Era Carnevale, e quasi tutti i bambini in classe avevano un costume: principesse, cowboy, pagliacci, supereroi. Io no. Avevo il mio grembiulino bianco, il fiocco azzurro a pois bianchi, e basta. Non mi sentivo esclusa, ma un po’ diversa sì.

Le maestre, dolcissime, mi guardarono e si misero subito all’opera. Con cartoncini colorati mi crearono una corona rosa e verde, e una mascherina verde che copriva appena gli occhi. Mi dissero: “Oggi sei la regina della fantasia.”

Mi sedetti al centro della foto, con le codine e il sorriso timido. Attorno a me, i bambini nei loro costumi. Ma io mi sentivo speciale, perché quella corona non era comprata: era fatta per me, con le mani e il cuore.


Quel giorno ho imparato che non serve avere tutto per sentirsi parte. Basta qualcuno che ti guarda, ti ascolta, e ti crea qualcosa con le mani. La mia corona di carta era più preziosa di qualsiasi costume, perché era fatta di attenzione, di cura, di affetto. E forse, da allora, ho sempre cercato di fare lo stesso con gli altri: offrire piccole cose che fanno sentire grandi. 


All’asilo, i pomeriggi erano pieni di colori. Le maestre ci facevano usare il pongo, i pastelli a cera, le costruzioni e il gioco dei chiodini colorati. Io adoravo sistemarli in ordine, creando fiori, casette, spirali. Avevo il mio grembiulino bianco, il fiocco azzurro a pois, e le codine ben strette. Mi sentivo piccola ma importante, come se ogni pezzetto di plastica fosse una parte del mio mondo.

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